“Non si giudica un libro dalla copertina”
È un insegnamento che va preso e dimenticato, se vogliamo far conoscere il nostro prodotto all’interno di un mercato competitivo.
Nella logica d’acquisto, il contenitore vale tanto quanto il contenuto, e non esistono seconde occasioni per il brand che propone un packaging sciatto e poco attraente.
C’è un fraintendimento di lunga data che vuole il packaging necessario solo al contenimento e alla protezione dei prodotti.
È importante, ci mancherebbe, un’azienda non potrebbe mai campare se i suoi prodotti arrivassero danneggiati a destinazione.
Ma al di là di questo, il packaging è il primissimo punto di contatto, è la stretta di mano, è lo sguardo negli occhi tra brand e consumatore: in pochi secondi deve comunicare tutti quei messaggi che inducono quest’ultimo a desiderare l’acquisto.
O a diventare un sostenitore affezionato del marchio, se si parla di un e-commerce.
Se il packaging è una estensione diretta del brand, allora con la sua personalizzazione urliamo la nostra identità e il nostro valore.
Potere del packaging personalizzato
Dobbiamo partire dal presupposto che dare un tocco identitario alle proprie confezioni non è un optional.
Ogni prodotto immaginabile sul mercato ha decine di controparti prodotte dalla concorrenza.
Biscotti, vini, creme per il viso. Immagina di svuotare la mente da tutti i pensieri e di riempirla con le immagini di tutti i prodotti in commercio attualmente per categoria.
Ti ritroveresti presto a corto di scaffali.
Il cervello umano è progettato per escludere. È una reazione di difesa primordiale contro l’eccesso di stimoli esterni.
Perciò, tutto il superfluo viene ignorato: solo ciò che è interessante, personalizzato, viene risparmiato dal filtro all’ingresso.
Perché il packaging è cruciale per il branding?
Perché permette di comunicare i tratti distintivi di un brand in pochi istanti.
I marchi occupano un preciso spazio nella mente delle persone, ecco perché si parla di posizionamento nell’ambito di una strategia di marketing.
Il packaging fa capire immediatamente se il nostro brand è avventuroso, oppure carino e tenero come tutto ciò che riguarda i bambini, o ancora rigoroso e ricercato.
Ci riesce attraverso la combinazione di materiali, forme, immagini, elementi testuali e colori.
È il modo di andare incontro ai bisogni e ai desideri del cliente dicendo: “Eccomi, sono qua per te”.
Strategie Innovative per la Personalizzazione del Packaging
Mettere in commercio delle confezioni che rispecchino un’identità di brand ben riconoscibile e coerente richiede l’unione di tre discipline: cartotecnica, grafica e marketing.
L’obiettivo deve essere creare un’esperienza d’acquisto bella e coinvolgente, che si tratti di acquistare in un negozio fisico oppure di fare l’unboxing di un prodotto acquistato tramite e-commerce.
Detto ciò, entriamo nel dettaglio su come si personalizza il packaging, partendo dalla progettazione.
Progettazione su Misura
La lavorazione del cartone offre infinite possibilità, soprattutto grazie alla fustella, che permette di tagliare e piegare carta e cartone con grande precisione.
Ma prima di arrivare alla sala macchine serve un progetto finito.
La progettazione del packaging segue un preciso flusso di lavoro:
- ricerca di mercato;
- studio dei vincoli;
- realizzazione vera e propria.
Ricerca di mercato
Può sembrare quantomeno particolare la necessità di eseguire un’analisi di mercato prima di creare una confezione prodotto, ma è il riflesso di come si sia evoluto nel tempo il rapporto tra brand e consumatore.
Se in passato i modelli messi in vendita tenevano poco conto dei gusti e delle esigenze del pubblico target, adesso c’è molta più sensibilità verso l’aspettativa del consumatore, tanto che nel gergo tecnico si parla di cocreazione del packaging.
In sintesi, una ricerca di mercato deve rispondere a queste domande:
- quali sono le buyer personas, ovvero, chi utilizzerà il prodotto?
- quali sono i fattori emotivi a cui è associato il prodotto?
- qual è la combinazione di colori più opportuna da utilizzare?
- quale materiale è migliore per confezionare il prodotto, considerato che sono molte le tipologie di carta e cartone a disposizione?
- quanto e come verrà riutilizzato il packaging nel post-acquisto?
Studio dei vincoli
Partiamo da una premessa: tutto ciò che è complicato è nemico del packaging.
Un modello ben fatto deve puntare alla semplicità e per questo servono regole, vincoli che traccino il percorso.
Il primo vincolo è proprio l’equilibrio tra il lato marketing e il design della confezione.
Il marketing fa promozione creando consapevolezza del brand e del prodotto nel pubblico di riferimento; il design crea l’esperienza, attraverso un uso sapiente della geometria e dei materiali.
L’uno non deve mai prevalere sull’altro.
Il secondo vincolo riguarda l’immagazzinamento e il trasporto.
Infatti, gli imballaggi in cartone devono possedere dimensioni adeguate al pallet, pena uno spreco di spazio che farebbe gonfiare i costi.
Realizzazione vera e propria
Nella realizzazione teniamo conto che il packaging deve soddisfare almeno 4 criteri:
- garantire la protezione del prodotto che contiene, in relazione alle sollecitazioni alle quali sarà sottoposto durante il trasporto;
- essere coerente, per permettere un’immediata identificazione del prodotto.
Sarà poi il consumatore interessato a prendersi del tempo per i dettagli; - diventare parte integrante dell’utilizzo del prodotto, aggiungendo perciò una ricompensa emotiva all’acquisto in sé;
- minimizzare frustrazioni e fastidi al consumatore.
Nel concreto significa dotare la confezione di aperture facilitate, evitare l’overpackaging e dare indicazioni chiare circa lo smaltimento dei materiali.
Soluzioni Grafiche e di Stampa
È stato osservato che il 90% delle persone compra in base al packaging, e che gli elementi visivi hanno una grande influenza sul livello di attenzione del consumatore.
Ecco perché investire sul giusto metodo di stampa non è solo una scelta azzeccata, è la prima regola sul manuale di sopravvivenza.
La stampa grafica – dalle immagini all’imprescindibile logo del brand – deve essere leggibile, pulita, ordinata. In cambio restituirà la sensazione di un brand professionale, di qualità, attento ai propri clienti.
Le tecniche di stampa sono varie e diverse, la migliore per il proprio packaging va scelta in base al contesto:
- digitale;
- offset;
- flessografica.
Stampa digitale
È una tecnica che imprime gli elementi visivi con l’inchiostro direttamente sulla superfice di stampa, senza l’ausilio di matrici o cliché, adattabile sia ai piccoli che ai grandi formati.
Offre il vantaggio di poter cambiare il soggetto di stampa con facilità, senza esser vincolati a clichè costosi ed ingombranti.
E’ la soluzione ideale per realizzare campionature e produzioni con tirature ridotte.
Stampa offset
È un tipo di stampa indiretta. Una lastra di alluminio viene incisa e applicata su un rullo, in questo modo viene trasferita l’immagine sul cartone.
Al netto dell’investimento iniziale richiesto, la tecnica è ottima per grossi formati e grandi tirature: il risultato finale è di ottima qualità.
È la soluzione ideale per un packaging ricercato ed accattivante, offrendo la possibilità di realizzare stampe in alta definizione con finiture protettive plastificate.
Stampa flessografica
La stampa flessografica è una delle nostre specializzazioni in Schiassi.
Detta anche flexo, utilizza lastre matrici a rilievo (in gomma o polimeri) per stampare sul cartone ondulato.
È la tecnica più stampa più diffusa nel packaging in cartone ondulato, essendo realizzata con colori ad acqua eco sostenibili, di veloce realizzazione e con costi contenuti.
Impatto del Packaging su Misura sull’Esperienza del Cliente
Sono tre le ragioni per investire sempre sulla personalizzazione del packaging:
- creazione di un’esperienza memorabile;
- rafforzamento dell’identità aziendale;
- incremento della fedeltà del cliente.
Creazione di un’esperienza memorabile
Sono le piccole esperienze a formare le nostre opinioni e i nostri gusti.
Perciò un brand non può permettersi di sottovalutare l’esperienza di unboxing di un prodotto.
Una confezione di cartone di qualità, che si apre facilmente, che è bella esteticamente ma anche al tatto, scrive una storia d’amore tra il consumatore e il brand.
Non si parla solo di catturare l’attenzione in mezzo alla folla.
Un packaging curato fa sentire al consumatore che sta comprando qualcosa di unico, di “fatto apposta”, anche se come è ovvio parliamo di prodotti realizzati in quantità industriali.
Rafforzamento dell’identità aziendale
Il design complessivo del packaging è una finestra panoramica sulla personalità del brand, i suoi valori e il suo posizionamento (rispetto alla concorrenza) nella mente delle persone.
La parola chiave è coerenza, specialmente nel caso di un brand multiprodotto che vuole creare un’esperienza d’acquisto allargata (o convergenza, nel gergo tecnico).
Esattamente come siamo tutti portati ad ammirare e voler stare con persone coerenti, lo stesso vale per i brand.
Incremento della fedeltà del cliente
Vogliamo possedere oggetti che rispecchiano l’immagine che abbiamo di noi stessi.
Nessuno vorrebbe essere associato a un brand che esce sul mercato con un packaging sciatto e buttato via, oppure inadeguato.
Se un brand ci ha stupito con dei packaging accattivanti, che non vedevamo l’ora di aprire, allora saremo disposti a lasciarci stupire ancora.
Inoltre, se le informazioni riportate sul packaging sono chiare e ben organizzate, il consumatore si sente più sicuro ad acquistare, perché sente che sta prendendo una decisione consapevole; e difficilmente si servirà dalla concorrenza.
Packaging e Sostenibilità: Un Valore Aggiunto
Sinora abbiamo parlato soprattutto della funzione comunicativa del packaging, inteso come veicolo dell’identità del brand.
Ma nella progettazione del packaging c’è anche un aspetto sociale: ovvero, la crescente sensibilità dei consumatori verso l’ecologia e la sostenibilità.
I brand, avendo una loro personalità definita, devono prendere posizione.
Modificare il proprio modus operandi in favore di una filosofia ecosostenibile contribuisce a cementare la relazione col consumatore consapevole di oggi.
Ci sono due modi per offrire a quest’ultimo un valore aggiunto quando acquista un nostro prodotto:
- la modernizzazione dei processi aziendali;
- la scelta della materia prima.
Modernizzazione dei processi aziendali
È stato stimato che la fase di progettazione del packaging, da sola, incida per circa l’80% sugli sprechi connessi al packaging (tra energia, materiali…).
Per rendere più sostenibile la produzione di packaging occorre agire su 5 fronti:
- modello circolare (riciclabilità/riutilizzo);
- uso di materiali rinnovabili come, appunto, carta e cartone;
- facilità di separazione dei materiali d’imballo;
- riduzione delle dimensioni e alleggerimento delle confezioni;
- semplificazione del sistema di imballaggio.
Scelta della materia prima
Per il packaging cartone sì, ma non un cartone qualsiasi.
Noi di Schiassi produciamo scatole in cartone certificate secondo le vigenti normative internazionali in tema di corretta e virtuosa gestione forestale.
La certificazione FSC garantisce la provenienza del nostro cartone da foreste gestite in maniera responsabile.
Inoltre utilizziamo solo inchiostri ad acqua per la stampa flessografica del packaging, che raggiungono risultati qualitativamente alti in resistenza, in brillantezza e a livello cromatico (pigmentazione e concentrazione del colore) con un livello di tossicità molto basso, garanzia per la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente.
Conclusione
Il packaging è cruciale per il branding, è il modo più immediato e al tempo stesso ricco col quale introdurre i nuovi clienti ai nostri valori, personalità e filosofia.
Alla base di un packaging ben fatto, capace cioè di rendere subito desiderabile il suo contenuto, c’è un’accurata fase di progettazione che ingloba al suo interno la cartotecnica, la grafica e il marketing.
Personalizzare le confezioni prodotto è sempre la scelta corretta: contribuisce a creare l’esperienza d’acquisto e getta le basi per la fidelizzazione.
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